Odio e Paura - Stiamo virando verso la fine?
I fatti recenti di cronaca ci inducono a soffermarci su alcune riflessioni: l’odio razziale che fomenta focolai di intolleranza e comportamenti beceri in varie parti del mondo, dove ci condurrà?
Durkheim, alla fine dell’800, parla di suicidio anomico, commesso generalmente da persone le cui passioni e i cui desideri vengono violentemente repressi da una disciplina o da regole oppressive. Possiamo trasportare questo concetto al mondo attuale in cui un individuo non si riconosce più nella società lontana dai valori fermi in cui crede: solidarietà, rispetto, condivisione?
Le persone oggi sono molto più arrabbiate e quindi aggressive, piuttosto che tristi e rassegnate rispetto ad un tempo. Per questo ritengo che ben pochi possano pensare al suicidio come modalità di rifiuto di un società che non sentono loro.
Tuttavia, e proprio per questo essere più aggressivi, il non appartenere al proprio mondo può portare ad azioni eccessive, se non definitive.
Il clima di odio e di attacco indiscriminato all’altro è un segnale di grave crisi sociale e per questo non va sottovalutato. Non ci possiamo sempre nascondere dietro una tastiera e minimizzare i tragici fatti accaduti, magari inveendo grossolanamente contro un “sistema”.
Stiamo diventando “brutti”, oltre che bruti e indifferenti a tutto.
Odio e indifferenza hanno portato le masse verso l’accettazione di olocausti. Abbiamo poca memoria?
Siamo sempre pronti a sostenere che non accadranno più genocidi, solo perché siamo tecnologicamente più evoluti?
Dobbiamo chiederci se siamo ancora in grado di non seguire l’onda corvina e di nuotare controcorrente, perché è la nostra umanità ad essere messa a repentaglio.