Paola Taufer

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Odio: effetto boomerang

Dovevamo aspettarcelo, era solo questione di tempo. Il vecchio detto “chi semina vento, raccoglie tempesta” sta colpendo inesorabilmente. E colpisce proprio coloro che, credendosi immuni, hanno trasformato la nostra società in una giostra di ostilità, intolleranza, astio, malevolenza.

Il cambiamento sociale avviene anche (o soprattutto?) attraverso i social, ed è su questo mezzo di comunicazione che spuntano come funghi ragazzini che augurano la morte agli over 50, ritenuti colpevoli di aver inquinato il pianeta.

Senza troppo pensare, stanno augurando la morte ai propri genitori, nonni, e anche naturalmente a tutti coloro che, a vario titolo, governano questo mondo.

Dopo la semina del razzismo, a cascata arriva anche l’ageismo: derivato dall’inglese ageism, indica la discriminazione dei confronti di una persona in base alla sua età.

Da tempo mi occupo di questo fenomeno, ma finora nell’ambito di disparità di trattamento socio-sanitario nei confronti degli over 65. Il porre l’anziano su un piano secondario nell’ambito dei diritti di cura e di attenzione, è purtroppo un sintomo importante di una società malata di giovinezza, beltà e individualismo. E va combattuto strenuamente, affinché ogni persona mantenga il diritto di vivere appieno ogni età con rispetto e dignità.

Ma ora? Adolescenti disorientati che inveiscono contro adulti smarriti in bolle di comunicazione silenziosa, distante, frantumata nello spazio indefinito: come faremo a recuperare?

La libertà individuale deriva anche da una corretta educazione al rispetto, alla riflessione e alla crescita personale attraverso il confronto con l’altro, diverso da noi per genere, età, provenienza: la semina dell’odio e della faziosità ci allontana inesorabilmente gli uni dagli altri, allontana popoli, ma anche generazioni, in un impatto devastante di egoismo, indifferenza, insensibilità e cinismo, fino a giungere ad atti di crudeltà.

Non possiamo meravigliarci però di questi atteggiamenti giovanili, additando motivazioni generiche che colpevolizzano il mondo virtuale: questi ragazzi rispecchiano i valori di una società che non li ha saputi aiutare a diventare migliori, figli di famiglie concentrate sul proprio appagamento, amici di pari che non sono più in grado di sognare.

La svolta avviene quando alla consapevolezza che un cambiamento di pensiero è possibile, segue la reale volontà di mettere al centro l’amore per l’altro, la condivisione, la felicità di fare assieme, con la speranza che questa generazione comprenda e ripudi tutti gli “..ismi”, frutto di menti misere e arroganti, che talvolta esercitano un potere pericoloso per gli altri, ma inconsapevolmente, come nel caso dell’ageismo, anche per loro stessi.