Gestire la frustrazione: tutta salute!
Chi non si è mai sentito frustrato alzi la mano. Tutti noi, nella vita, abbiamo subito questo stato d’animo caratterizzato da rabbia misto a senso d’impotenza che ci ha fatto sentire a terra.
La frustrazione nel tempo ha subito molte diversi destini: purtroppo negli anni 90 del secolo scorso una corrente psicologica ha spopolato sostenendo che i figli, non debbano mai provare questa sensazione, pena un accumulo di rabbia che prima o poi sarebbe sfociata in qualche modo: verbale o c omportamentale.
In realtà la capacità di tollerare, gestire, comprendere e accettare la frustrazione è uno dei fondamenti della salute psicologica: significa accettare i “no” come risposta, e questo fa parte di una corretta educazione fin dalla più tenera età.
Acconsentire, infatti, ad ogni richiesta che ci viene fatta, porta alla mancanza del limite, porta bambini e ragazzi nel fatato mondo del “tutto è possibile, tutto è concesso”, ma distorce ovviamente la realtà che viene vissuta, creando una discrepanza assai destabilizzante.
Non si proteggono i figli dalla frustrazione, li si rendono più fragili e meno disposti a combattere in futuro per i propri sogni, meno resilienti.
Insegnare ad aspettare, a posticipare, è una potente forma di adattamento e darwinianamente parlando, sappiamo che vince sempre chi sa adattarsi meglio ai cambiamenti (e non il più forte, come erroneamente si diceva in passato).
La frustrazione fa bene?
E’ una condizione in cui i nostri bisogni od obiettivi vengono ostacolati, per cui è normale che ci sentiamo insoddisfatti e abbattuti, tuttavia quando le cose non vanno come ci aspettiamo, proviamo a riconoscere e ad avere consapevolezza del nostro stato di frustrazione, esaminando magari obiettivamente la situazione (invece che scaricare sempre le responsabilità sugli altri).
Forse dobbiamo riflettere sul fatto che è normale vivere successi ed insuccessi, visto che il mondo non gira intorno a noi, ma noi ne facciamo semplicemente parte come tutte le altre persone.
La frustrazione ci può avvilire, deludere, demoralizzare, ma è pur sempre un modo per crescere e conoscere il mondo, un modo che, se vissuto con consapevolezza ed obiettività, ci può condurre molto lontano, verso il superamento di molti ostacoli e il raggiungimento dei nostri traguardi.