Vite superiori
/Viviamo in un mondo che ci sollecita ad esprimere la parte peggiore di noi. E ci costringe a credere che solo la strada dell’individualismo, lastricata di motti che riecheggiano dall’alto di poteri sfumati e da arroganza che pare l’unica via di realizzazione, siano il modo vero e completo di vivere.
Abbiamo perso la capacità di fermarci a riflettere, la capacità di produrre un nostro pensiero originale che ci permetta di analizzare la qualità delle nostre azioni, anche comunicative. Eppure ognuno di noi ha tutte le carte in regola per esprimere la propria creativa visione del mondo.
Siamo capaci di equilibrio, rispetto, di empatia. La Terra va vista come una casa comune, in cui si entra in relazione con le altre forme viventi.
Lo fanno da sempre gli animali e, secondo studi più recenti, anche le piante.
Possibile che sia l’essere umano a regredire, mentre il resto della vita sulla Terra, si adatta continuamente alla vita?
E’ la capacità di adattamento la più alta forma di intelligenza, ma questo non sembra essere compreso dai confusi ragionamenti della cosiddetta razza “superiore”. Meglio riprendere in mano il libro di Darwin “L’origine della specie” per capire chi è il “migliore” (il concetto del più forte è stata in passato una pura strumentalizzazione per giustificare certi umani del loro accrescimento di potere).
Condivido quanto scrive Stefano Mancuso nel suo libro “La nazione delle piante” (che invito a leggere) quando parla di homo sapiens: “Il nome della nostra specie è Sapiens, che come è evidente descrive immediatamente la caratteristica principale che ci contraddistingue: la presunzione.”
Ci troviamo inconsapevoli nel bel mezzo della sesta estinzione di massa e allegramente attraversiamo le nostre vite inquinando, distruggendo terre e mari, ignari del nostro destino. Forse è troppo tardi, per la razza umana intendo, ma di certo altre forme di vita sapranno lottare e sopravvivere su questo pianeta, già le piante stanno migrando verso luoghi più adatti a loro. Sia chiaro: in un’epoca che ci costringe alla costante velocità, loro lo fanno con i tempi propri, lentamente ma inesorabilmente.
Nelle oramai purtroppo esigue lande di mondo in cui non è presente l’uomo, anche gli animali sono in perfetto equilibrio tra loro e col mondo vegetale.
Noi abbiamo una sola speranza: comprendere finalmente quali siano le vere vite superiori, le piante, quelle che ci potranno (o che ci potrebbero) condurre alla salvezza.