Socializzazione, base per relazioni lavorative e affettive migliori.
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Lo troviamo scritto un po' dapperttutto: siamo animali sociali. In effetti l'essere umano, per sua natura, ha bisogno di entrare in contatto con i suoi simili. La socializzazione è un aspetto fondamentale della vita e in particolare nella crescita dei bambini, senza la quale avremo persone eccessivamente schive, timide, anaffettive e incapaci di relazione.
Essere sociali o meno dipende anche dal tipo di intelligenza che viene maggiormente incoraggiato nei più piccoli: Gardner parla di 9 tipi di intelligenza, tra cui quella deputata alla migliore conoscenza degli altri e dei rapporti che regolano la buona convivenza.
Si tratta dell'intelligenza interpersonale, un tipo di intelligenza che ci permette di capire di altri, di sviluppare empatia e relazioni basate su fiducia e chiarezza.
Per un bambino entrare in contatto con gli altri è molto utile:
1- avere relazioni con persone estranee alla famiglia significa osservare e capire modi diversi di affrontare situazioni quotidiane e anche cogliere le similitudini, per es. nell'affrontare un problema.
2- l'intelligenza interpersonale non si sviluppa solamente nelle aree prefrontali, ma in tutto il cervello, attivando collegamenti con le funzioni cognitive e quindi costruendo una rete neuronale sempre più complessa.
3- il bambino che rimane troppe ore davanti ad apparecchi elettronici (pc, tablet, smartphone..) smorza le aree della socializzazione e quindi diviene sempre più schivo e accresce la possibilità di sviluppare timori, paure o fobie. Infatti lo sviluppo di intelligenza interpersonale riduce notevolmente l'emergere delle fobie sociali che attualmente sono in crescitae portano un disagio profondo nell'adolescente e nell'adulto.
4- una buona socializzazione, stare con gli altri, in un gruppo, permette di acquisire e rispettare le regole sociali di una buona convivenza (gestione dei turni, capacità di ascolto, confronto di idee)
5- un ragazzo che impara a stare bene con gli altri è poi in grado di rimanere anche solo, quando lo desidera, ma con serenità, perché non lo vivrà come un'incapacità, un suo limite, ma come una libera scelta.