Amare se stessi non corrisponde ad egoismo
/E’ una questione di equilibrio. Aspetto che viene sempre più accantonato in questi anni di estremismi, di eccessi.
Un tempo vedevo le persone gentili che si occupavano del loro prossimo ed erano felici, perché questo succedeva reciprocamente nel momento del bisogno. Avevamo qualcuno su cui poter contare, condizione indispensabile per un benessere sociale.
Ora fa molto trendy non occuparsi degli altri, ignorare il prossimo per occuparsi esclusivamente di sé, additando ipotetici diritti a farlo (che spesso nascondono impressioni di rivalsa e insoddisfazione generica).
Ho conosciuto nel mio lavoro tante persone che hanno dedicato la loro vita gli altri e che un certo punto hanno capito di essere inquiete, perché non hanno ritagliato i giusti spazi da dedicare a loro stesse. E quello che viene suggerito sempre da più parti (purtroppo anche da persone più o meno incompetenti) e da tanti post sui social, in cui viene racchiusa in una sola frase l'ipotetica soluzione di vita, è quanto sia importante rivolgere ogni affetto, ogni pensiero, ogni azioni verso se stessi.
Quello che è successo quindi in questi anni di trasformazione, è stato passare dall'eccesso di attenzione verso gli altri trascurando sé stessi, fino all'eccesso di attenzione verso se stessi trascurando completamente gli altri.
E questo è paradossale, dato che occuparci degli altri ci rende felici, soddisfatti, perché ci fa sentire utili, capaci, attenti; risponde a quei valori di condivisione e di solidarietà a cui tutte le persone dovrebbero mirare, perché - checché se ne dica - il popolo umano, i terrestri, gli abitanti della terra sono proprio tutti uguali. Significa quindi stare bene facendo del bene, in maniera spontanea, diretta, genuina.
Molte piccole azioni quotidiane e parole ben ponderate possono accrescere il tono dell’umore sia di chi le trasmette sia di chi le riceve: una solo atto di gentilezza può trasformare l’intera giornata di una persona; una frase autentica di incoraggiamento può far modificare il pensiero su di sé e sulle personali capacità; un ascolto attento ed empatico (spesso non serve neppure parlare!) rivoluziona la considerazione che abbiamo verso il prossimo e sancisce la possibilità di vivere una vita che abbia senso, basata su rapporti socio-relazionali puri, onesti, privi di trappole mentali e di diffidenza.
Ognuno di noi può realizzare questo piccolo miracolo, infrequente di questi tempi, ma pur sempre possibile!